martedì 23 giugno 2009

In un messaggio inviato a tutti i contatti di Facebook una Signora …..invitava i suoi amici a rivolgere un pensiero ad Ambrosoli e Berlinguer definendoli esempi di grandi italiani che, seppur nella diversità delle loro concezioni, avevano amato il loro Paese e avevano operato per renderlo più giusto e più grande.
Non riesco a comprendere quale sia stato l’elemento che abbia ispirato la gentile interlocutrice nel vedere nell’ avvocato milanese Ambrosoli, la figura di un grande italiano.
La concezione della Signora è avvalorata effettivamente da quanto la stampa e la saggistica hanno sostenuto e non ultimo dal film di successo diretto ed interpretato da Michele Placido che ha mitizzato questo “eroe borghese” ucciso da un sicario della mafia.
Le premesse del mito ci sono tutte: un giovane avvocato milanese di ottima famiglia, con bellissima moglie, padre premuroso, viene nominato liquidatore della Banca Privata Italiana già di proprietà di Michele Sindona e non si fa soggiogare dai “suggerimenti” provenienti dal mondo politico e dal mondo malavitoso.
Ambrosoli, era un fervente monarchico di provata fede e, dati anche i rapporti familiari e i legami con la buona borghesia milanese, era il classico professionista borghese di successo che nel tempo sarebbe probabilmente diventato un noto manager dell’establishment finanziario-bancario, potendo contare sui meriti acquisiti in qualità di prestigioso liquidatore della Banca Privata Italiana.
Menandro affermava “ muore giovane colui che agli Dei è caro” e Ambrosoli era evidentemente caro agli Dei perché probabilmente, negli ultimi tempi, sarebbe stato un protagonista, con alta carica istituzionale, di quella finanza pseudocreativa che ha prodotto tanti danni.
È mai possibile che una persona intelligente e preparata negli anni delle esplosioni contestative e dello stravolgimento di tutte le istituzioni accademiche e politiche avesse come idea quella di una Italia monarchica?
Immaginiamo il re Vittorio Emanuele IV, più noto per le frequentazioni di casinò e prostitute anzicchè per il mantenimento o creazione di regole istituzionali, a capo del Regno d’Italia circondato da collaboratori fedeli all’idea monarchica fra i quali, dato il prestigio acquisito, anche Ambrosoli.
Di Michele Sindona, si può dire tutto il male possibile ma non dobbiamo dimenticare che il gotha politico e finanziario italiano l’ha considerato per anni un interlocutore privilegiato, geniale e affidabile.
Il “Gotha” comprendeva il Vaticano, Andreotti, Giordano Dell’Amore, Carli, Banco di Roma, primarie Banche inglesi ed americane, etc., che non hanno mai cercato di approfondire i legami profondi di Sindona con la mafia ma hanno utilizzato ampiamente la sua genialità e l’intuizione finanziaria, oggi oggetto di studio e di analisi nelle Facoltà di Economia.
Consideriamo l’atteggiamento di tutti gli interlocutori di quel mondo falso, l’opposto del concetto di trasparenza inerente la complessità delle situazioni di un particolare periodo.
L’assassinio di Ambrosoli da parte di un sicario prezzolato dalla mafia, su mandato di Sindona, è un atto inumano sotto tanti punti di vista e impossibile da condividere da parte di una comunità civile.
Dal punto di vista della nostra metodologia però, pur considerando esecrabile l’omicidio Ambrosoli, la quasi certa ascesa del fervente monarchico avvocato milanese ad alti e strategici incarichi, avrebbe prodotto più danni alla comunità italiana e forse anche internazionale di quanto ne abbia evitati la sua morte.
Nella recente pubblicazione del figlio Umberto (Ambrosoli U. “ Qualsiasi cosa succeda”), è riportato un episodio emblematico che conferma la nostra analisi: Ambrosoli in trasferta a New York, si ricava nei pressi dell’Hotel Pierre dove alloggiava Sindona con la speranza di poterlo incontrare ed avere la possibilità di poter dialogare con quest’uomo che era la sua ossessione
È giusta la condanna all’ergastolo del sicario esecutore Arricò e la commozione di fronte ad una giovane vita spezzata, ma Ambrosoli non può essere trasformato in un mito da celebrare e indicare come esempio da seguire.